In questi giorni ricade all’anniversario della caduta del muro di Berlino. Mi piacerebbe ricordare questa ricorrenza parlando di street art. Nei pressi del Ponte Rosso, precisamente a Friedrichshain, si trova la East Side Gallery, un chilometro e mezzo del muro originario coperto di murales di righter importanti, tra cui Banksy. È completamente a cielo aperto e gratuito. A parer mio, è giusto che lo sia: non solo per poter vedere i murales a ogni ora, ma anche per far vedere come si è evoluto un gesto di odio tanto grande. Avendo poco tempo a disposizione e non siamo riusciti ad ammirare tutte le opere, nemmeno Banksy. Ma non serve percorrere l’intero tratto per capire cos’è stato il muro.
Questo muro ha un significato molto profondo: le difficoltà e i disagi che un regime ha causato. Il suo crollo è stato il simbolo di un cambiamento per il mondo intero. Gli artisti sono stati in grado di indebolire il muro quando era ancora in piedi con la forza delle idee e dei colori, usati dagli artisti come arma di protesta. È importante che questo tratto di muro non venisse abbattuto. L’arte arriva a tutti e ci unisce per protestare contro le atrocità.
I muri dovrebbero dividere le stanze di una casa, non le persone, vero signor presidente Trump? Ad ogni modo, se ci fosse qualcuno che volesse costruire muri delle menti della gente, ci sarà sempre qualche artista di strada pronto a spruzzarci un po’ di vernice sopra.
I muri purtroppo non passano mai di moda, per fortuna l’arte può stemperare la loro violenza
Parole sante